Written by gessygey

Red Bull 400: una sfida per cuore, gambe e polmoni

Finalmente anche l’Italia ha ospitato la gara più ripida e più breve del mondo: #RedBull400
E io naturalmente non ho potuto fare a meno di prenderne parte!

In cosa consiste?
In un percorso di 400 metri con un dislivello positivo di 135 metri che si traduce in una pendenza del 78%.Si tratta di percorrere il trampolino dello stadio del salto di sci olimpionico, in salita.

Dove e quando? Si è tenuta allo Stadio del Salto di Predazzo, sabato 1 Luglio 2017
Nonostante questo evento sia conosciuto e seguito da ben 7 anni e coinvolga 13 paesi a livello internazionale, per l’Italia è stata la prima edizione.

Ma veniamo al format della gara.
Partendo dal parterre, si deve raggiunge la cima del trampolino.
La gara prevede 4 categorie: individuale maschile, individuale femminile, staffetta mista (4×100) e staffetta uomini (4×100).
Il numero massimo di concorrenti per ciascuna categoria è 400, diviso in batterie da 50 runner che partono in linea. Vince la gara chi raggiunge la vetta nel minor tempo possibile.

All’edizione italiana però, di partecipanti non ce n’erano poi così tanti: l’unica categoria che ha registrato il “pienone” è stata l’individuale maschile che effettivamente contava 400 runners. Di contro l’individuale femminile ne contava 60. (Ma lo spirito femminile di partecipazione sportiva che fine ha fatto?)
Il percorso in erba sintetica era decisamente scivoloso, ma una rete di corda posizionata sopra aiutava a salire.
I primi 100 metri che sono in piano, ovvero la zona di arrivo del salto, si possono fare tranquillamente correndo, i successivi 200 sono un crescendo continuo di pendenza tanto che, per me, correre diventava impraticabile e ho cominciato a salire carponi, attaccandomi alle corde con le mani. A stare in verticale proprio non riuscivo. La fatica più grande però non era sulle gambe, era sui bronchi, sui polmoni, sull’apparato respiratorio. Il battito del cuore andava a mille e la capacità di respiro a zero. Un fiatone che non avevo mai provato prima, una sensazione stranissima che non so nemmeno spiegare.
Gli ultimi 100 metri, quelli della rampa di accelerazione per il salto, sono praticamente in verticale. Qui se provavo a mettermi in piedi, i polpacci sembravano strapparsi quindi tornavo carponi. Erano gli ultimi 100 metri, ormai ero arrivata, lo sapevo, ma quando alzavo la testa per guardare la cima, sembravo ancora lontana .. l’effetto ottico del “muro” che avevo davanti allungava la strada e allontanava la percezione dell’arrivo.
Arrivata su e tolto il primissimo pensiero che era quello di riprendere a respirare normalmente, la sensazione dominante era un senso di pienezza, soddisfazione, euforia e possibilità indescrivibili.
Si perché alla partenza, guardavo in alto e pensavo: “sarà davvero così dura? ce la farò ad arrivare in cima?” e quando sono arrivata in cima, guardando giù pensavo: “a metà strada non riuscivo a respirare, credevo di dover mollare, e invece .. sono qui! sulla cima!”

#redbull400 è prima di tutto una sfida con se stessi, poi una gara sportiva. Un mix di fatica e adrenalina che sicuramente ripeterò l’anno prossimo per tentare di fare meglio.