ad ogni personalità il suo lavoro
Written by gessygey

Aspetti caratteriali al servizio della professione

Lavorando nel mondo del digital marketing, passo le giornate con colleghi e collaboratori, ognuno dei quali ha competenze specifiche complementari a quelle degli altri.

Competenze che, unite all’etica professionale, sono assolutamente indispensabili per sviluppare progetti di successo ma – per come la vedo io – non sufficienti.

Mi è capitato di portare avanti progetti con persone molto competenti e molto esperte nel proprio ambito ma molto poco disponibili a lavorare e confrontarsi con gli altri membri del team. Quelle persone molto esperte, se all’inizio sono state elemento di rassicurazione per lo sviluppo del progetto, alla fine si sono rivelate il limite nel raggiungere i risultati ambiti nel tempo stabilito.

Condivisione e confronto

Quando un professionista non sa LAVORARE CON i suoi colleghi e collaboratori, impedisce lo scambio di informazioni e l’integrazione delle competenze, perde la visione complessiva del progetto, di conseguenza rallenta i processi e limita i risultati.
In questo caso, il professionista lavora meglio – in termini di efficienza e produttività – da solo.

Oggi però, se ti occupi di marketing digitale e lo fai da solo, senza collaborare con altri professionisti specializzati nei vari ambiti/strumenti digital, sei un tuttologo e quindi diventi tu stesso il tuo limite.

La varietà di competenze e la quantità di strumenti che il digital marketing oggi prevede, rende il tuttologo “colui che sa fare un po tutto e un po niente”.

Questo insegna che la capacità di condividere e confrontarsi con gli altri è una caratteristica umana da sviluppare e coltivare: lavorare con altre persone che “masticano la nostra lingua” significa ampliare l’inquadratura, vedere un po’ più in là, includere aspetti che non avevamo considerato, imparare cose nuove, quindi migliorare la qualità operativa

Personalità diverse all’interno di un team

Lavorare all’interno di un team non è facile, coordinare e mettere in sinergia le persone ancora meno.

Spesso i membri di un team sono persone molto diverse tra di loro, sia per forma mentis lavorativa sia per modo di essere.

Un esempio? Immagina il dialogo tra un programmatore e un social media manager: uno scrive e ragiona in codice, l’altro scrive e pensa in emoticons. Possono parlare per ore su elementi di un progetto in comune senza comprendere veramente cosa uno vuole dire all’altro.

E qui mi scatta una serie di domande:
Quanto il lavoro influisce sul modo di essere?
E quanto il modo di essere impatta sul lavoro?
E questa influenza che effetto ha sul team?

Personalità e attitudini

Interessi personali, attitudini, desideri, ambizioni e paure fanno parte della persona quindi influenzano anche l’atteggiamento e l’operatività nel lavoro.

Ognuno ha i propri limiti e le proprie potenzialità: limiti da superare e limiti da rispettare, potenzialità consapevoli da sviluppare e potenzialità inconsce inespresse. E poi ci sono le predisposizioni, l’indole naturale.

Il mio essere incline alle relazioni, ai lavori di gruppo, il mio bisogno di novità e di continuare ad imparare, hanno favorito il mio lavoro nel digital marketing.

Ci sono cose che non si imparano, sono. Fanno parte dell’essere.

Una persona, incaricata a vestire un ruolo per il quale non ha le peculiarità caratteriali potrà essere preparata tecnicamente e avere le competenze ma non sarà mai completamente all’altezza del proprio lavoro come chi, invece, ha la propensione (l’attitudine).

Se due persone con attitudini diverse e le stesse competenze si cimentano nella stessa attività otterranno un risultato diverso, poiché il lato caratteriale fa performare in modo differente. Cogliere le sfumature caratteriali, le attitudini, gli interessi, le passioni, di un individuo è fondamentale nell’assegnazione del lavoro giusto.

Assegnazione dei progetti in base anche al carattere

Nell’assegnare un progetto ad un collega o ad un altro, oltre agli aspetti oggettivi come i rispettivi carichi di lavoro, va tenuto conto anche del lato umano e precisamente delle loro personalità e della predisposizione ad un argomento piuttosto che un altro.

Un esempio: le campagne promozionali di un’azienda che tratta articoli sportivi dovrà essere assegnata ad un esperto ads che è anche un interessato o ben disposto verso l’attività sportiva, non al suo collega che al sentir nominare la parola “sport” si nasconde sotto la scrivania.

Un altro esempio: l’assegnazione di un ruolo di PM non può essere fatta senza considerare, oltre alle competenze tecniche e all’esperienza, le capacità organizzative, relazionali ed empatiche della persona. Un bravo tecnico che non rispetta i suoi tempi e i suoi impegni, non sarà in grado di gestire quelli degli altri e non sarà in grado di organizzare i flussi di lavoro ed i vari imprevisti, di conseguenza non ha le caratteristiche per essere un buon Project manager.

 

Creare un team affiatato e motivato in un clima che favorisce il miglioramento del singolo e quindi del team e dell’azienda è una delle sfide più grandi al giorno d’oggi ed è una chiave di successo.

Come si costruisce un team vincente? Scoprilo nel prossimo articolo